
La vendetta del disco nero
Non vi è mai capitato di trovare un posto dove vi rendete conto che il tempo si ferma e che vi fa stare particolarmente bene? Noi di Giù la Testa abbiamo deciso di parlavi di quei luoghi (e qui in Italia ce ne sono davvero molti) che hanno la peculiarità di essere magici. Qui possiamo aprire porte, estraniarci da tutto e dare libero spazio alla nostra immaginazione. E questo mese Giamma ci parla del suo luogo magico preferito!
La vita è così. La vita è fatta di ossessioni. C’è chi si distrugge di squat in palestra, c’è chi si distrugge di merendine e c’è chi sceglie un approccio più artistico riguardo all’intera faccenda.
Parlando di me ho scelto il collezionismo, quello musicale che ti fa gioire, sudare, intristire e incazzare, insomma parliamo di roba molto seria.
I collezionisti hanno i loro templi e con essi le loro metodicità.
I templi richiedono devozione, e di cosa parliamo se non di devozione quando ti ritrovi a varcare la stessa soglia 23, dico 23 anni di fila?
Il tempio di un collezionista di dischi è ovviamente il negozio di dischi; facile no? No non è facile trovare il proprio tempio per tutta una serie di motivi….
Io però il mio tempio l’ho trovato, appunto 23 anni fa.
Un giorno su uno di quei giornaletti di annunci vari (compro, vendo, scambio, ci scambiamo, scambiamoci ecc.ecc.) vengo attratto da un inserzione insolita: Planet Music – la vendetta del disco nero – compra e vende dischi usati.
La vendetta del disco nero?!?!?!?!?!? In un epoca in cui i Compact Discs la facevano da padrone mi sembrava una sfida vera e propria anche solo concepire l’idea di un posto del genere, non appena possibile mi precipitai a Reggio Emilia, avevo un indirizzo ma nessuna vera indicazione su come trovare il Planet Music.
No, i telefonini non erano ancora disponibili, o meglio diciamo solo che non erano alla portata di tutti e dato che non sono mai stato particolarmente previdente….una mappa della città? Macché.
Mi ritrovai (dis)perso in mezzo stradine labirintiche della periferia Reggiana, ma alla fine cedetti e chiesi indicazioni ad un barista della zona (si faceva così) “un caffè grazie e….mi saprebbe indicare la direzione per via Vivaldi?”.
Trovai finalmente il Planet Music, fui sommerso da accecanti visioni di migliaia di dischi, posters, insomma non sapevo dove posare gli occhi.
Trovai finalmente il Planet Music, fui sommerso da accecanti visioni di migliaia di dischi, posters, insomma non sapevo dove posare gli occhi.
Venni accolto da Emanuele, il padrone di casa, che gentilissimo mi introdusse al mondo Planet (lo fa con tutti i nuovi arrivati) mostrandomi le sezioni dei vari generi musicali e informandomi che si, grazie a dei giradischi muniti di cuffie potevo stare ad ascoltare tutto quello che mi andava e per quanto mi andava.
Inutile dire che la caratteristica più bella di un negozio di dischi non è necessariamente quella di trovare ciò che cerchi (c’è Amazon per quello) ma piuttosto ciò che non ti aspettavi di cercare, grazie ad Emanuele e il suo Planet Music i miei gusti musicali si sono ampliati e perfezionati, le sue dritte e indicazioni (post-it appiccicati su ogni disco che ti informano su cosa hai in mano) sono sempre state perfette. La prima volta me ne sono uscito col disco di Jack Starr Born Petrified; fra gli ultimi acquisti colonna sonora di 4 mosche di velluto grigio e Northside.
Negli anni il Planet ha cambiato un po’ faccia si è adattato ai tempi, rare ormai sono le persone che si affacciano per vendere dischi in vinile, per cui oltre agli amati LP hanno fatto la loro comparsa cd libri e dvd.
Da quel fatidico giorno di 23 anni fa ogni volta che ho bisogno della mia meditazione mi faccio un viaggetto al Planet, lì il tempo non ha più senso, i dischi mi cercano, Emanuele mi offre il tè e io sto bene.