
Quella volta che ho scoperto che lo humour tedesco esiste per davvero
Tutto quello che pensi sullo humour tedesco, ovvero che non esiste, è falso. A Berlino ad esempio c´è la Schnauze – letteralmente “muso” – ovvero l’abbaiare random alle persone con battute al fulmicotone. Avete mai sentito amici o conoscenti lamentarsi di quanto i berlinesi siano poco amichevoli? Beh, quello è humour! A me lo humour tedesco non ricorda una randellata sui denti, come potreste facilmente pensare, ma lo humour milanese, di Pozzetto in primis: battute che tolte dal loro contesto sembrano insensate diventano improvvisamente geniali ed esilaranti appena le capisci. Non ci credete? Vi faccio tre esempi.
Jan Böhmermann e lo humour che non s’ha da fare
Se bazzicate YouTube sapete che l’era dei gattini è da tempo tramontata per lasciare spazio ai cosiddetti influencer e web star: tra le migliaia di contenuti pubblicati quotidianamente, una famosa tipologia è quella del “compro un sacco di cose, spendo tantissimi soldi, spacchetto quello che ho comprato descrivendolo in maniera piatta e banale”. Questa cosa ha un nome tecnico, si chiama Video Haul e Böhmermann unisce il sacro e il profano, il profumo e l’Innominabile H.H..
Böhmermann potrebbe essere considerato il Luttazzi tedesco: dice cose scomode, al limite (prima regola dello humour tedesco: nessuna gag sull’Innominabile); finisce nei casini politici (vedi la satira su Erdogan, che chiede a gran voce la sua testa); è uno showman a tutto tondo non solo uno sparabattute.
Se macinate il tedesco, anche solo un B1, godetevi il video per intero.
Titanic e il manifesto delle pause-bagno

Titanic ha una storia molto più lunga di quando l’ho scoperto nella mia birreria anarchica del cuore (il Baiz, nota della sottoscritta): dal 1979 pubblica articoli satirici di denuncia politica e sociale. Il livello è vario: dalla grevità più assoluta a certe chicche intellettuali. Pensate solo che gli scapestrati che fondarono la rivista si chiamarono “Nuova Scuola di Francoforte” con tanto di santino-caricatura di Adorno. A parte questa “nozione inutile per far colpo tra i primini di Filosofia”, la rivista è diventata il trampolino di lancio del Die Partei, il Partito che viene tristemente tradotto in Italia come “Partito dei Comici” quando invece è più una combriccola situazionista di geni del male come, il mio preferito, Nico Semsrott, rappresentante incappucciato nel Parlamento Europeo.
il mio preferito, Nico Semsrott, rappresentante incappucciato nel Parlamento Europeo.

Bernd das Brot e l’infanzia serena

Alla disperazione del “Perché nessuno pensa ai bambini” della moglie del Reverendo Lovejoy nei Simpsons, la Germania risponde con una serie tv animata con protagonista Bernardo il Pane, dalla voce roca e la lagnanza imperitura, che in ordine sparso odia la gente, odia fare cose, odia le feste e si crogiola nella tristezza e nella noia. Dov’è lo humour nel raccontare “la vita vera”? Fa molto ridere perché è come se il tedesco medio fosse stato trasformato in un “Abendbrot” (sì, la cena si chiama letteralmente “pane della sera”), Schnauze inclusa. E la Montessori muta.